In realtà la sacralità di questo luogo non riguarda soltanto la preistoria. Il nome "Sedornia" è una trasformazione del nome romano "Saturnia", quindi ancora un elemento religioso, il dio Saturno, dio della natura, della prosperità e abbondanza.
Questo masso altare era presumibilmente un luogo sacro degli antichi sacerdoti, i druidi dei Celti. Forse un luogo di sacrifici. Secondo gli studi che sono stati fatti qui e in altre zone delle Alpi si ritiene che il masso altare sia stato utilizzato per riti sacri fra il terzo e il primo millennio prima di Cristo.
Il masso erratico, un parallelepipedo di verrucano rosso-violaceo, ha un volume di circa 20 mc ed emerge dal suolo per circa 130 cm. Le pareti verso Est e verso Ovest si sono staccate dal masso per degradazione meteorica, ruotando leggermente verso l'esterno e mostrano un abbozzo di gradini intagliati per facilitare l'accesso al masso. La parte superiore, lievemente concava e inclinata verso valle, presenta diverse incisioni, coppelle e canalicoli, di fattura rozza ma disposte con una certa simmetria: sono distribuite principalente lungo tre linee parallele. Anche la faccia rivolta a Nord mostra una serie di incisioni coppelliformi disposte in linea obliqua. La forma e la distribuzione di queste incisioni sono tali da non potere essere ritenute di origine naturale.
Lasciata l'auto in località Tezzi, si imbocca il sentiero CAI 309 che conduce in Valle Sedornia.   In poco meno di mezz'ora si giunge allo Spiaz de Martisöla.al centro del quale troviamo il masso altare.
GANDELLINO TURISMO E CULTURA